martedì 29 novembre 2016

Step 08 - La saggezza popolare

DETTI POPOLARI

L'anguria è presente in pochi detti popolari. Ne vengono riportati alcuni esempi:1)  Un giorno portai alla maestra una mela e lei mi diede un bacio. Il giorno dopo le portai          un’anguria e lei non capì.2)  Quann' 'o mellone jèsce russo, ognuno ne vò 'na fella (Dialetto napoletano)      Quando il cocomero è rosso, ognuno ne vuole una fetta 3) "Cinq’ ghej de pù, ma rossa".     Il detto si riferisce al cocomero (la popolare anguria) che è bello e buono quando è molto      rosso e quindi vale la spesa di pagarlo cinque centesimi più dell’altro, meno rosso.

SCARAMANZIA/SUPERSTIZIONE

Estendendo al colore rosso la ricerca ( che ricordiamo essere assimilabile al color anguria ), è impossibile non parlare del corno portafortuna napoletano

 Il corno portafortuna (‘o curniciello) per i napoletani è l’oggetto scaramantico per eccellenza. Piccoli feticci che un tempo si credeva proteggessero dal malocchio, ora adoperati, più o meno consapevolmente, per ottenere fortuna al gioco del lotto o come talismani per avere successo negli affari.

Attenzione, il cornicello per portare fortuna deve essere fatto rigorosamente a mano e di colore rosso. Rosso per la potenza legata alla vivacità del colore; fatto a mano dato che il fabbricante rilascia le sue influenze positive sul simbolo che va a creare. Inoltre si pensa che per adempiere alla sua funzione scaramantica, il corno deve avere una serie di specifiche caratteristiche : “Tuosto, stuorto e cu ‘a ponta”, rigido, storto e con la punta.
Per potere fare effetto, però, sempre secondo la superstizione popolare, il cornicello deve essere stato ricevuto in dono. Per riceverne gli effetti benefici quindi, l’oggetto apotropaico non va comprato.
E ancora, sempre a voler dar retta alla tradizione, deve essere fatto di corallo, una pietra preziosa che ha il potere di scongiurare il malaugurio e proteggere le donne incinte. Ed è con questo materiale, pescato sui fondali del Mediterraneo, che le botteghe dei maestri corallai del Vesuviano hanno saputo forgiare, nel corso dei secoli, altri piccoli ciondoli a forma di Ippocampo e rametti rossi lucidati. Prezioso dono del regno animale, il corallo, con il suo fascino e la sua eleganza, oltre al suo tradizionale valore di portafortuna, ha sedotto intere popolazioni dall’età preistorica ai giorni d’oggi.
La simbologia del corno è diffusa in tutte le civiltà e culture, da quella ebraica e cristiana a quella sumera, da quella indù e cinese a quella degli sciamani (stregoni) siberiani.
La convinzione che il cornetto rosso porti fortuna risale all’epoca preistorica, quando l’uomo primitivo associava la potenza fisica degli animali alla grandezza delle loro corna. Per secoli, insigni condottieri (tra essi Alessandro Magno) si fecero raffigurare con questi ornamenti sul capo, poiché le corna erano ritenute sia emblema di potere che di appartenenza e discendenza divina. La gente comune, assoggettata ed ammaliata da tali guerrieri investiti di potenza pseudo-divina, iniziò a costruirsi piccoli amuleti a forma di corna o di unico corno, fabbricandoli con materiali poveri quali il legno o la terracotta.



Fonti: http://www.grandhoteleuropa.com/ e Conoscenze personali.
          

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